Circolare del 3 maggio 2005
Prot/1100 Bari, 3 maggio 2005
Al Sig. Presidente della Regione Puglia
BARI
Al Sig. Presidente dell'Amministrazione Provinciale
BARI
Al Sig. Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale
Castromediano 123
BARI
Al Sig. Dirigente del Centro Servizi Amministrativi
V. Re David 178
BARI
Al Sig. Questore
BARI
Al Sig. Comandante Provinciale Carabinieri
BARI
Al Sig. Comandante Gruppo Guardia di Finanza
BARI
Al Sig. Presidente dell'IRRE-Puglia
V. C. Rosalba 47/2
BARI
OGGETTO: Comitato tecnico scientifico sulla sicurezza stradale. Monitoraggio delle iniziative
di educazione stradale nelle scuole. Diffusione dell'elaborazione del monitoraggio.
Com'è noto, con legge 17 luglio 1999 n.144, è stato istituito il Piano Nazionale per la
Sicurezza Stradale, nato dall'esigenza - peraltro evidenziata anche dall'Unione Europea - di creare
in Italia un sistema coordinato e strutturato di interventi, funzionale ai diversi aspetti della
sicurezza stradale, al fine di contribuire a determinare le condizioni di una mobilità più sicura.
Le linee guida del Piano prevedono l'istituzione di organismi centrali, come il Comitato per
la Sicurezza Stradale e la Consulta Nazionale che, attraverso misure di indirizzo, coordinamento e
incentivazione delle iniziative promosse dai Governi regionali, dalle Amministrazioni locali e da
altre Agenzie territoriali, intendono consolidare la cultura della sicurezza stradale, rafforzare
il sistema delle regole e dei controlli, migliorare l'organizzazione del traffico e della rete
infrastrutturale, creare condizioni ambientali di maggiore sostenibilità.
E' stato, in tal modo, riconosciuto un importante principio, in base al quale appare
indispensabile che ciascun componente sociale, ciascun settore produttivo, ciascuna istituzione
debba concretamente concorrere al miglioramento della sicurezza stradale, attraverso la diffusione
di una maggiore consapevolezza dei rischi derivanti dalla circolazione e l'adozione dei conseguenti
provvedimenti/comportamenti.
La costruzione di una rete di collaborazioni interdisciplinari ed interistituzionali
rappresenta, peraltro, un elemento di sicura innovazione nelle strategie da adottare per incidere
in misura significativa nel rapporto uomo - ambiente, negli insediamenti urbani e nei collegamenti
fra centro e periferie.
In questa prospettiva, come evidenzia lo studio allegato, il mondo della scuola ha confermato
la sua capacità di cogliere tempestivamente i segnali di cambiamento che provengono dalla società
civile, inquadrando la problematica dell'educazione stradale nel più vasto panorama dell'educazione
alla convivenza civile e alla legalità e proponendo efficaci modelli educativi e percorsi formativi
che possano incidere in modo positivo e significativo nei comportamenti e negli stili di vita dei
minori e dei giovani.
L'impegno delle istituzioni scolastiche, benché costante ed omogeneo nel territorio, non
può/non deve, quindi, rappresentare una risposta "isolata" all'interno delle politiche, delle
strategie e del confronto fra le diverse istituzioni.
Si tratta di una scelta "obbligata", soprattutto alla luce della profonda complessità che
caratterizza la circolazione stradale nella società contemporanea, una categoria sociale che
comprende aspetti di grande attualità che necessitano di urgenti risposte, quali il rapporto fra
uomo e ambiente, la sostenibilità e la vivibilità delle aree urbane, la qualità della vita, la
conciliazione fra i tempi di vita e lavoro, l'educazione alla legalità, la viabilità agevolata da
sistemi di trasporto accessibili ed efficienti, la tutela della salute non solo dei minori, ma
anche degli anziani e dei disabili.
La riflessione che si allega, scaturita dalla elaborazione dei contenuti delle schede qui
pervenute da un gran numero di scuole della provincia, intende rappresentare la prima utile azione
di collaborazione e di confronto fra istituzioni e professioni diverse, accomunate dall'obiettivo
della riduzione dei danni della circolazione e della costruzione di una nuova consapevolezza delle
connessioni esistenti fra "rischio" e "cultura".
Il Prefetto
(Blonda)