Interventi e interviste
2013 - Interviste - Ministro Angelino Alfano
27.12.2013
La Bossi-Fini non si tocca, pronto all’accordo sulla legge elettorale
Intervista del ministro dell'Interno Angelino Alfano al quotidiano 'La Repubblica'di Francesco Bei
Ministro Alfano, sul decreto "salva-Roma" avete fatto un brutto scivolone: è dovuto intervenire il Quirinale, costringendo il governo a ritirarlo. Di chi è la colpa?
«Purtroppo troppe cose sono andate storte. Non credo ci sia qualche parte politica che possa sottrarsi alla critica e neanche il governo».
Come se ne esce?
«Domani in Consiglio dei ministri questa vicenda sarà ridotta all’osso. Speriamo in una conversione rapida e anche blindata del decreto».
Il primo tema della ripresa politica sarà il contratto di coalizione. Temete di essere schiacciati da Renzi?
«Renzi non ci troverà mai nel campo di chi vuole lasciare le cose come stanno. Siamo noi che vogliamo presentarci alle europee dicendo che il nuovo centrodestra "mette il turbo" alle riforme. Accettiamo su questo il guanto di sfida sui contenuti».
Contenuti? Il Pd vuole riformare la Bossi-Fini per evitare che si ripetano situazioni come quelle di Lampedusa o del Cie di Ponte Galeria. Renzi chiede inoltre l’introduzione dello ius soli. E voi?
«Noi poniamo una domanda: ma davvero, con la crisi che attanaglia milioni di famiglie, il Pd ritiene che la priorità debba essere quella di dare la cittadinanza a chi semplicemente è nato in Italia oppure la cancellazione della Bossi-Fini? Per noi invece la priorità è il lavoro».
Ma ci sono condizioni nei Cie al limite de!la violazione dei diritti umani...
«Sulla sicurezza degli italiani non si scherza. Tra quelli che si sono cuciti la bocca a Ponte Galeria la metà sono spacciatori e l’imam è indagato per gravi reati come rapina e lesioni. Un conto è la giusta tutela dei diritti umani, altra cosa è distrarsi sulla sicurezza degli italiani con il rischio di ritrovarsi magari domani con queste stesse persone che spacciano davanti a una scuola».
Quindi la Bossi-Fini non si tocca?
«La Bossi-Fini è una legge che contiene tanti capitoli e non può essere liquidata con uno slogan. Vedremo nel merito quali modifiche proporrà il Pd e le valuteremo».
Diceva che la priorità è il lavoro. Renzi vuole il job act, voi come rispondete?
«Non rispondiamo a Renzi. La parola chiave è: semplificare, semplificare, semplificare. La nostra proposta prevede tre anni a "burocrazia zero" per chi vuole avviare una nuova attività commerciale, artigianale o imprenditoriale. Chiediamo che lo Stato inizi a fidarsi dei suoi cittadini e lanci questo messaggio: per gli anni 2014, 2015 e 2016 nessun ente pubblico potrà chiedere alcuna autorizzazione a chi vuole investire. Resterà ovviamente solo l’obbligo di rispettare le leggi e il diritto dello Stato di effettuare controlli. Sarebbe una vera rivoluzione e spero che la sinistra abbia la forza di dirci di si».
Si immagina gli abusi in un paese come il nostro?
«Lo Stato non può avere questo pregiudizio sugli italiani considerandoli un popolo di abusivisti e fuorilegge».
E sul mercato del lavoro?
«Proponiamo che ci siano solo contratti aziendali e individuali, superando la filosofia del contratto unico nazionale. Bisogna consentire agli imprenditori e alle rappresentanze dei lavoratori di trovare la forma più efficace di regolamentazione dei loro rapporti. Accanto a questo il governo dovrà affiancare a ciascun lavoratore una "dote" che potrà essere riscattata dall’azienda che l’assume. Ai centri per l’impiego, pubblici e privati, sarà invece data l`opportunità di incassare un "voucher" nel caso il lavoratore trovi un impiego».
Un problema di fondo è la sinistra non si fida ancora di voi. In ogni famiglia di elettori di centrosinistra, glielo assicuro, è risuonata questa domanda: ma tra Alfano e Berlusconi è stata tutta una recita o la rottura è vera?
«La nostra scelta è stata troppo netta, forte e chiara per prestarsi a una lettura melensa. Ha avuto tutto il dolore e l’asprezza di una decisione di questo tipo. È evidente già dal nome che abbiamo scelto che la nostra ambizione è ristrutturare e innovare il centrodestra attraverso lo strumento delle primarie di coalizione».
Lei ha rotto con Berlusconi, Renzi ha rottamato la vecchia classe dirigente del Pd. Enrico Letta parla di una "svolta generazionale" senza precedenti. È davvero così?
«La svolta generazionale è una realtà. Per noi quarantenni che la stiamo vivendo in prima persona è senza dubbio un’opportunità, ma anche una grande responsabilità. Se riusciremo a cambiare le cose bene, viceversa saremo accusati di aver bruciato una grande chance, forse l`ultima».
Renzi vi sta mettendo all’angolo sulla legge elettorale. Non teme un’asse tra Pd e Forza Italia?
«Non drammatizzo la trattativa sulla legge elettorale, a patto che si superino due opposti scetticismi. Quello di Renzi, che pensa che l’Ncd voglia solo tirarla per le lunghe, e quello di chi teme che Renzi abbia fretta di arrivare a una riforma per andare subito al voto. Messi da parte questi sospetti, per noi si può trovare un accordo partendo dal modello a doppio turno per i sindaci o quello a turno unico per eleggere i governatori».
Alla vigilia di Natale Alma Shalabayeva ha avuto un regalo: potrà finalmente lasciare il Kazakistan. Quanto ha pesato su di lei questa vicenda?
«lo sono il primo a gioire per questo risultato. Dal punto di vista politico e giuridico si deve al fatto che, ai primi di luglio, abbiamo deciso di revocare il provvedimento di espulsione».