Approfondimento
Referendum: la prima volta del confermativo dopo 14 abrogativi
Quella di domenica 7 ottobre sarà la prima volta che gli italiani andranno al voto
per un referendum confermativo. Tutti i referendum che si sono svolti finora, dal 1974 al 2000,
sono stati "abrogativi" di leggi ordinarie, in applicazione dell'art. 75 della Costituzione. Se ne
sono svolti 14 su 53 quesiti, dal primo sul divorzio, nel 1974, agli ultimi sette del 2000, tra i
quali quello sulla legge elettorale, falliti per mancato raggiungimento del quorum. Il referendum
confermativo è invece previsto dall'art.138 della Costituzione che regola la revisione
costituzionale. Il secondo comma stabilisce infatti che le leggi costituzionali, qualora non siano
approvate al secondo passaggio con una maggioranza dei due terzi dei componenti in ciascuna delle
due Camere, "sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione,
ne facciano domanda un quinto di una Camera o 500mila elettori o cinque Consigli regionali". E
precisa: "la legge sottoposta a referendum non e' promulgata se non e' approvata dalla maggioranza
dei voti validi". Per questo tipo di referendum, dunque, contrariamente a quello abrogativo, la
legge applicativa del 1970 non prevede la necessità di raggiungere un quorum di votanti. Inoltre,
non è possibile sottoporre al voto popolare solo una parte della legge. Qualora la legge ottenga un
maggior numero di voti positivi validi, questa viene promulgata con una formula nella quale si
specifica che "il referendum indetto in data (...) ha dato risultato favorevole". In caso
contrario, il risultato negativo della consultazione viene promulgato sulla Gazzetta Ufficiale. La
legge di modifica costituzionale sul federalismo è la prima ad essere sottoposta a referendum
confermativo, ma non è stata la prima legge di riforma costituzionale approvata a maggioranza
semplice. Solo nell'ultima legislatura era accaduto alla legge costituzionale per il voto degli
italiani all' estero, approvata in seconda lettura dalla Camera con 383 voti a favore, 17 no e 15
astensioni e dal Senato con 205 sì, 17 no e 13 astensioni. In entrambi i rami del Parlamento non e'
stato raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti l'assemblea e quindi la legge poteva essere
sottoposta a referendum. Lo stesso era successo alla legge costituzionale che fissa il numero dei
parlamentari che rappresenteranno gli italiani all'estero, approvata in seconda lettura alla Camera
con 406 sì e 49 no, e al Senato con 194 sì, 19 astenuti e 5 contrari. Anche in questo caso nessuno
ha chiesto il referendum. Sempre nell'ultima legislatura la legge costituzionale che stabilisce il
nuovo sistema elettorale per le regioni a statuto speciale e' stata approvata in seconda lettura
dalla Camera a maggioranza di due terzi, ma dal Senato a maggioranza semplice. Anche in questo caso
nessuno chiese il referendum.