Approfondimento
Biodiversità e sicurezza alimentare - Il trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche - di J.Esquinas Alcazar
BIODIVERSITÀ E SICUREZZA ALIMENTARE
IL TRATTATO INTERNAZIONALE SULLE RISORSE FITOGENETICHE PER
L'ALIMENTAZIONE E L'AGRICOLTURA
José Esquinas-Alcàzar
La diversità biologica agricola o, più concretamente, le risorse genetiche per l'agricoltura
e l'alimentazione, costituiscono la fonte degli alimenti, indumenti e medicine necessari per
l'umanità, oltre ad essere di grande importanza nello sviluppo di un'agricoltura sostenibile e
della sicurezza alimentare. A seguito di molti anni di negoziati tra più di 160 paesi, nel novembre
2001 la Conferenza della FAO prese una decisione che il Direttore Generale della FAO ha definito
"una pietra miliare nella cooperazione Nord-Sud", adottando senza alcun voto contrario il Trattato
internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'agricoltura e l'alimentazione. Prima di entrare
nel merito degli obiettivi e dei contenuti del Trattato, è bene capirne la relazione con il tema
dell'alimentazione nel mondo.
La maggior sfida che l'umanità deve affrontare a breve termine, è migliorare le condizioni di
vita di circa 800 milioni di persone che attualmente non possono sviluppare pienamente la loro vita
a causa dell'impossibilità di accedere ad un'alimentazione adeguata. Per affrontare questa sfida
non si potrà prescindere dallo sviluppare sistemi agricoli produttivi che garantiscano che i
bisogni umani primari, presenti e futuri, siano soddisfatti e che sappiano utilizzare le risorse
naturali in modo sostenibile.
La riuscita di questa impresa dipenderà dall'utilizzo da parte dell'agricoltura di un'ampia
gamma di specie biologiche e delle relative risorse genetiche, che comprendono anche i geni delle
specie selvatiche affini a quelle domestiche. Questa biodiversità fornisce la materia prima che sia
agricoltori che scienziati usano per migliorare la produttività e la qualità delle colture, per
mezzo sia delle tecnologie tradizionali, che delle nuove biotecnologie, incluso l'ingegneria
genetica. La biodiversità agricola è dunque una risorsa essenziale per garantire la sicurezza
alimentare dell'umanità e lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura. Biodiversità agricola:
importanza ed erosione crescente.
La biodiversità agricola oggetto di questa presentazione, presenta caratteristiche specifiche
e diverse dalla biodiversità selvatica. La prima caratteristica particolare è che la biodiversità
agricola è una risorsa essenziale per soddisfare un bisogno primario dell'umanità: l'alimentazione.
Inoltre, la biodiversità agricola è il risultato del lavoro di addomesticazione, adattamento e
conservazione che generazioni di agricoltori hanno realizzato fin dagli inizi dell'agricoltura,
10.000 anni fa. Mentre la biodiversità selvatica è una risorsa naturale, la biodiversità agricola è
il frutto del lavoro continuo dell'essere umano. ' José Esquinas-Alcàzar, Segretario della
Commissione intergovernativa sulle risorse genetiche per l'alimentazione e l'agricoltura della FAO
( e-mail: jose.esauinas ~a) fao.org; tel. 0657054986). Questo intervento esprime le opinioni
dell'autore e non riflette necessariamente la politica della FAO o dei suoi membri. Nonostante la
sua importanza vitale per la sopravvivenza umana, la biodiversità agricola sta scomparendo ad un
ritmo sempre più elevato. Si stima che, durante la storia dell'umanità, siano state utilizzate
circa diecimila specie per l'alimentazione umana e l'agricoltura. Attualmente, poco più di 120
specie di piante coltivate forniscono il 90% degli alimenti, e soltanto 12 specie vegetali e 5
specie animali forniscono più del 70% degli alimenti.
Solamente 4 specie vegetali (patate, riso, mais e grano) e 3 specie animali (bovini, suini e
polli) ce ne forniscono più della metà. Durante gli ultimi cento anni, si è verificata un'enorme
perdita della diversità genetica nell'ambito delle cosiddette "specie alimentari principali".
Centinaia di migliaia di varietà tradizionali eterogenee di piante, coltivate e sviluppate dai
contadini attraverso tante generazioni sono state sostituite con un numero ridotto di varietà
commerciali moderne, che sono estremamente uniformi. Soltanto negli Stati Uniti sono già sparite
più del 90% di varietà di alberi da frutta e di ortaggi che venivano ancora coltivate all'inizio
del ventesimo secolo.
Delle più di 30.000 varietà di riso catalogate in India agli inizi del secolo scorso, oggi
solo una ventina copre il 75% della superficie agricola coltivata a riso del paese. Nella
Repubblica di Corea, solo il 26% delle varietà locali coltivate negli orti familiari nel 1985 si
utilizzava ancora nel 1993. In Messico si trovano oggi solo il 20% delle varietà coltivate che
furono catalogate nel 1920. Solo parte di questa diversità é conservata nelle banche nazionali o
internazionali di germoplasma. La perdita di diversità biologica agricola limita per sempre la
capacità delle generazioni presenti e future di affrontare i possibili e imprevedibili cambiamenti
nell'ambiente e nei bisogni umani. Abbiamo l'obbligo morale di conservare questo patrimonio
migliorato ed ereditato dai nostri predecessori, per consegnarlo alle generazioni future, poiché
una volta che queste risorse si perderanno, sarà per sempre.
Accesso alla biodiversità agricola e interdipendenza tra paesi La diversità genetica agricola
non è distribuita a caso nel mondo, ma è localizzata principalmente in zone tropicali e
sub-tropicali che coincidono in molti casi con i paesi in via di sviluppo. Tra le aree geografiche
dove la ricchezza genetica agricola è concentrata troviamo l'America Centrale e il Messico, il
Medio Oriente, l'Etiopia e l'India, per fare alcuni esempi. Nonostante il fatto che gran parte di
essa sia originaria di queste aree geografiche, nessun paese è oggi autosufficiente in biodiversità
agricola. Tutti dipendono dalle colture e dalla diversità genetica coltivata provenienti da altri
paesi o regioni, specialmente per le 35 colture che garantiscono il fabbisogno energetico
dell'umanità. Per esempio, la dipendenza dei paesi europei si calcola tra il 54% e il 99%. Per i
paesi del Nord America si situa tra il 77% e il 100%.
Questa dipendenza esiste anche per i paesi in via di sviluppo: la dipendenza dei paesi del
Sud-est Asiatico per esempio si colloca tra il 13% e il 47%, mentre quella dei paesi
Centroamericani va dal 38% al 96%. 2 Nel caso specifico dell'Italia la dipendenza dalla diversità
genetica che proviene da altri paesi per le colture più importanti è tra il 71% e l'81%.
Nel caso del riso, del quale si celebra nel 2004 l'Anno Internazionale, e che ha una grande
importanza nella cucina tradizionale e nell'alimentazione italiana, le colture primitive che
provengono dal nord-est dell'India, sono state e continuano ad essere la fonte principale di
resistenza a numerose piaghe e malattie in tutto il mondo.
Anche la diversità contenuta nelle 2 FAO Background Study Paper no 7: Contribution to the
estimation of countries' interdependency in the area of plant genetic resources by Ximena Flores
Palacios, 1998 (http://www.fao.org/as/csrfa/docs.htm#bsu)
specie selvatiche affini al riso che si trovano soprattutto in Asia e Africa, hanno un ruolo
importante nel miglioramento genetico della coltura: é stata per esempio una popolazione della
specie Oryza nivara a fornire la resistenza al virus del riso "Grassy Stunt". L'accesso a queste
risorse è pertanto essenziale per l'alimentazione e l'agricoltura. La cooperazione internazionale
in questo settore non è quindi una possibilità, ma una necessità. Esistono vari meccanismi per
facilitare l'accesso alle risorse genetiche: accordi bilaterali e sistemi multilaterali.
Un sistema basato su accordi bilaterali risulterebbe estremamente costoso e complesso:
l'analisi dei costi di transazione per i distinti meccanismi di accesso e interscambio di diversità
genetica, indica un forte incremento dei costi quando l'interscambio viene realizzato mediante
questo tipo di accordo. La cooperazione multilaterale deve pertanto essere un compromesso comune,
se vogliamo assicurare la disponibilità costante delle risorse fitogenetiche di cui i paesi hanno
bisogno per nutrire le loro popolazioni.
Il ruolo della FAO È una responsabilità ineludibile della nostra generazione sviluppare
sistemi che tengano in conto il carattere specifico della biodiversità agricola e sappiano
riconoscere in tempo i problemi e le implicazioni per le generazioni future. È necessario trovare
soluzioni etiche nell'ambito di un disegno politico ad ampio raggio che permetta una ripartizione
equa dei benefici tra tutti i paesi e che possa assicurare il futuro agricolo e alimentare delle
generazioni future.
Le Nazioni Unite come foro universale intergovernativo hanno un ruolo fondamentale nella
negoziazione e lo sviluppo degli accordi e delle norme internazionali necessarie in questa materia.
Le azioni sistematiche a livello mondiale cominciarono nell'Organizzazione delle Nazioni Unite per
l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) negli anni '70. Nel 1983 la Conferenza della FAO stabilì la
Commissione intergovemativa sulle risorse genetiche per l'agricoltura e l'alimentazione. La
Commissione é composta da 165 paesi membri (più la Comunità Europea) ed è il foro intergovemativo
permanente per la discussione e la negoziazione delle questione relative alle risorse genetiche per
l'agricoltura e l'alimentazione. Questa è la Commissione che ha negoziato il Trattato
internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, adottato dalla FAO
nel novembre del 2001 ed entrato in vigore il 29 giugno di quest'anno.
Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura Gli
obiettivi di questo Trattato sono la conservazione e l'utilizzo sostenibile delle risorse
fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, e la distribuzione giusta ed equa dei benefici
derivanti dal loro uso ai fini di un'agricoltura sostenibile e della sicurezza alimentare. Il
Trattato è giuridicamente vincolante e copre tutte le risorse fitogenetiche importanti per
l'alimentazione e l'agricoltura. Nel Trattato, i paesi nell'esercizio della loro sovranità hanno
deciso di condividere le risorse e i benefici invece di limitarsi a stabilire dei meccanismi per la
loro appropriazione. La distribuzione dei benefici originati dall'utilizzo delle risorse
fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, si realizzerà attraverso lo scambio
d'informazione, la formazione di specialisti, l'accesso e il transfer di tecnologia e la
distribuzione equa dei benefici monetari e d'altri tipi di benefici derivanti dalla
commercializzazione.
Per mezzo del Trattato, i paesi stabiliscono un Sistema Multilaterale per facilitare
l'accesso alle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura e condividere i benefici
che derivano dall'utilizzo di tali risorse, in modo giusto ed equo. Il sistema multilaterale si
applica a 64 colture e piante da foraggio. Queste colture sono state selezionate in base al grado
d'interdipendenza tra i paesi e tenendo conto della loro importanza rispetto alla sicurezza
alimentare, poiché congiuntamente rappresenterebbero circa l'80% dell'energia derivante dalle
piante alimentari consumate dalla popolazione mondiale. Le risorse genetiche nel Sistema saranno
disponibili per la ricerca, il miglioramento e la formazione.
Il Trattato prevede il pagamento di una parte equa dei benefici monetari derivanti dalla
commercializzazione di un prodotto ottenuto a partire dalle risorse provenienti dal Sistema, sempre
che il prodotto non possa essere utilizzato da altri per ricerca e miglioramento ulteriori. Se
altri possono utilizzarlo, il pagamento sarà volontario. Questo meccanismo di finanziamento che fa
parte della distribuzione dei benefici, è uno degli elementi più innovativi del Trattato. Per la
prima volta sono inclusi in un accordo legale vincolante internazionale i Diritti dell'Agricoltore,
come riconoscimento dell'enorme contributo che gli agricoltori e le loro comunità hanno apportato e
continuano ad apportare alla conservazione e allo sviluppo delle risorse fitogenetiche. Il Trattato
dà ai governi la responsabilità di adottare gli strumenti necessari per promuovere e proteggere
questi diritti, in particolare: la protezione delle conoscenze tradizionali, il diritto di
partecipare in modo equo alla distribuzione dei benefici e il diritto di prendere parte
nell'adozione di decisioni nazionali relative alle risorse fitogenetiche. Questo è un altro
elemento innovativo del Trattato. Il Trattato prevede inoltre la formulazione di una Strategia di
Finanziamento per smobilizzare fondi per attività, piani e programmi d'aiuto destinati soprattutto
ai piccoli agricoltori che custodiscono la biodiversità.
Tutta la società inoltre beneficerà del Trattato. I consumatori, per la maggior varietà di
alimenti e di prodotti agricoli disponibili, che aiuteranno a garantire la sicurezza alimentare; la
comunità scientifica, mediante l'accesso alle risorse fitogenetiche, di importanza fondamentale per
la ricerca e il miglioramento delle piante; i centri internazionali di ricerca agricola, alle cui
collezioni il Trattato offre una base giuridica a lungo termine; e infine i settori pubblico e
privato, ai quali è assicurato l'accesso a una vasta gamma di varietà genetiche per migliorare lo
sviluppo agricolo. Il Trattato stabilisce un ponte tra agricoltura, commercio e protezione
dell'ambiente. É entrato in vigore il 29 giugno 2004, quindi la prima riunione dell'Organo
direttivo potrà essere convocata. L'Organo direttivo sarà composto da tutti i paesi che avranno
ratificato il Trattato almeno 90 giorni prima della riunione. In questa riunione, si affronteranno
questioni importanti quali il livello, la forma e la modalità dei pagamenti per la
commercializzazione, un accordo per il trasferimento di materiale delle risorse fitogenetiche
contenute nel Trattato, i meccanismi per promuovere l'applicazione del Trattato, e la strategia di
finanziamento.
Di conseguenza, per ogni paese può essere importante essere fra i primi a ratificare il
Trattato, per garantire così che i propri interessi nazionali siano presi in considerazione durante
la prima riunione dell'Organo direttivo. I Ad oggi, il Trattato è stato ratificato da 61 paesi, il
che dimostra l'enorme interesse che suscita. L'Italia e il Trattato Come si collocano l'Italia e
l'Unione Europea nello sviluppo e la ratifica del Trattato internazionale sulle risorse genetiche?
L'Unione Europea ha costituito uno dei motori piú importanti nel processo di negoziazione del
Trattato, attuando spesso come ponte tra altri paesi dell'OCSE e i Paesi in via di sviluppo.
All'interno dell'Unione Europea, l'Italia ha svolto un ruolo all'avanguardia durante questo
processo, ospitando due riunioni di negoziazione, una a Spoleto nell'Aprile del 2002 e l'altra a
Roma nell'Ottobre del 2002. L'Italia ha anche fornito appoggio tecnico e scientifico ai paesi
negoziatori attraverso diverse riunioni di esperti internazionali ospitate dall'Istituto Agronomico
per l'Oltremare di Firenze.
Il Governo italiano ha firmato il Trattato internazionale il 6 giugno 2002,
contemporaneamente agli altri paesi membri dell'Unione Europea durante una cerimonia unica che ha
avuto luogo a Roma, e lo ha poi ratificato nel Maggio del 2004. Il Trattato dovrà anche essere
applicato a livello nazionale. Lo sviluppo della legislazione nazionale per l'implementazione del
Trattato sarà fondamentale per la conservazione del germoplasma nativo, per lo sviluppo dei Diritti
dell'Agricoltore, per facilitare l'accesso alle risorse fitogenetiche per l'agricoltura e
l'alimentazione, per stabilire i meccanismi di distribuzione giusta ed equa dei benefici e per
promuovere la ricerca agricola potenziando così l'uso delle biotecnologie sia tradizionali che
moderne.
Per concludere con le parole di un vecchio proverbio africano: le risorse naturali, che
includono le risorse genetiche, non ci appartengono, le abbiamo in prestito dai nostri figli.
Tuttavia gli interessi delle generazioni future, che non votano né consumano, non vengono
sufficientemente considerati dai nostri sistemi politici ed economici. L'appoggio politico ed
economico necessario per far fronte all'erosione genetica e per potenziare l'uso sostenibile della
biodiversità agricola, si potrà conseguire soltanto quando la società riconoscerà pienamente
l'importanza della biodiversità agricola e il pericolo che comporta la distruzione progressiva di
questo patrimonio ereditato.