Lotta alla mafia
Le azioni e i risultati della lotta alla criminalità
«Stiamo realizzando un successo straordinario contro mafia e camorra, non ci fermiamo, continuiamo in questa direzione perchè vogliamo vincere la guerra contro ogni forma di criminalità organizzata». Questo il commento del ministro dell'Interno Roberto Maroni all'indomani dell'arresto di un 'superlatitante', inserito nell'elenco dei 30 più pericolosi.
Un arresto che va ad aggiungersi ai tanti già effettuati ma che non sarà certamente l'ultimo di un'azione di contrasto alla criminalità organizzata nella quale la cattura di un boss diventa la sintesi più evidente di un lungo e ininterrotto lavoro investigativo. Nel dossier 'Lotta alla mafia' molte le azioni intraprese, legislative con il Pacchetto sicurezza e 'sul campo' con gli interventi delle forze dell'ordine, ed altrettanti i risultati, tutti col segno +, dalle operazioni di polizia giudiziaria agli arresti in generale e a quelli dei latitanti. Incrementi anche nei beni sequestrati e confiscati alle mafie e nell'azione di controllo del territorio, come con il 'modello Caserta'.
In netto calo i fenomeni di violenza da stadio così come le persone ferite o decedute per incidente stradale, a fronte di un netto aumento dei controlli e delle sanzioni.
Nell'ottica di garantire pubblicità e trasparenza dell'attività istituzionale, saranno periodicamente pubblicati dati aggiornati sui risultati conseguiti nella lotta alla mafia.
Le principali misure antimafia adottate
Aggressione ai patrimoni mafiosi
Il 'destino' del criminale mafioso viene distinto da quello dei suoi beni che, una volta confiscati, non potranno più essere restituiti agli eredi.
Per evitare il fallimento delle aziende e delle società sequestrate alla mafia, sono state previste delle agevolazioni e la loro gestione viene curata da amministratori giudiziari.
Le procedure per la destinazione dei beni confiscati alla collettività sono state rese più celeri: è il prefetto della provincia in cui si trova il bene che ne decide la destinazione.
Le autovetture sequestrate possono essere affidate in custodia alle forze di Polizia.
Inasprimento delle pene
Le condanne per chi fa parte di un’associazione mafiosa, anche straniera, sono state inasprite; sarà più duro il regime del carcere speciale, il cosiddetto 41 bis, che potrà essere richiesto anche dal Ministro dell’interno.
Introdotto anche un nuovo reato per chi agevola la comunicazione all’esterno dei soggetti sottoposti al ‘41 bis’.
Creazione del Fondo unico giustizia
Le somme di denaro sequestrate alla mafia e i proventi derivanti dai beni confiscati confluiscono in un fondo che viene reso immediatamente disponibile anche per la tutela della sicurezza pubblica.
Le somme recuperate al 30 settembre 2009 sono pari a 676,7 milioni di euro.
Prevenzione delle infiltrazioni mafiose
Sono state rafforzate le competenze delle procure distrettuali e della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) in materia di misure di prevenzione.
Attraverso il potere di accesso dei prefetti è possibile controllare i cantieri dei lavori pubblici per contrastare il fenomeno dell’infiltrazione mafiosa negli appalti.
Più ampia la categoria dei soggetti presso i quali saranno possibili accertamenti per verificare il pericolo di infiltrazione mafiosa.
Saranno esclusi dagli appalti pubblici gli imprenditori che non avranno denunciato l’estorsione subita, fatte salve le ipotesi di stato di necessità e di legittima difesa.
Gli amministratori responsabili dello scioglimento dei consigli comunali o provinciali per infiltrazione mafiosa non potranno essere temporaneamente candidati, previste responsabilità anche per i dipendenti collusi.