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Censimento dei campi nomadi

Gli interventi adottati per superare lo stato di emergenza

Il piano di interventi post-censimento. Lo stato di emergenza esteso a Piemonte e Veneto

Per consentire l'avvio del piano di interventi successivi al censimento delle persone che vivono negli insediamenti, il Consiglio dei ministri ha prorogato fino al 31 dicembre 2010 le funzioni dei Commissari delegati al superamento dello stato d'emergenza nei campi nomadi di Lazio, Lombardia e Campania, i prefetti di Roma, Milano e Napoli. Nella riunione del 28 maggio 2009 il Consiglio ha anche esteso l'emergenza alle regioni Piemonte e Veneto. Il 1° giugno 2009 i prefetti di Torino e Venezia sono stati nominati Commissari delegati per le rispettive regioni, con il compito di realizzare una serie di iniziative tra cui l'individuazione delle strutture abusive e il censimento dei residenti nei campi. 

Il piano di interventi sugli insediamenti prevede la chiusura dei campi non autorizzati e la realizzazione dei villaggi attrezzati dotati dei servizi essenziali, l'avviamento al lavoro di chi vive nei campi e soprattutto la scolarizzazione dei minori nomadi che, come emerso dal censimento, sono circa la metà di coloro che vivono negli insediamenti. L'elaborazione del piano di attuazione degli interventi è stata affidata a un gruppo di lavoro presso il ministero dell’Interno, costituito dalle amministrazioni coinvolte (ministero dell’Interno, ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e UNICEF).

Il 22 ottobre 2008 i prefetti di Roma, Milano e Napoli, al termine del censimento effettuato negli insediamenti delle tre città, hanno consegnato al ministro dell’Interno Maroni un rapporto dettagliato sulle operazioni.
Sono stati individuati complessivamente 167 accampamenti, di cui 124 abusivi e 43 autorizzati, ed è stata registrata la presenza di 12.346 persone, tra le quali 5.436 minori.
 «Almeno altrettanti nomadi rispetto a quelli censiti, circa 12.000, si sono allontanati dai campi dall'inizio di giugno» ha spiegato Maroni.

la fase del censimento

Campi nomadiPer fronteggiare il problema dei campi nomadi il Governo si era posto l'obiettivo, con l'ordinanza di protezione civile firmata il 30 maggio 2008, di procedere all'identificazione di tutti coloro che vivono nei campi nomadi, partendo dalle Regioni Campania, Lombardia e Lazio. I campi nomadi, infatti, secondo quanto riferiva il ministro Maroni alla Camera dei Deputati il 2 luglio 2008, sono concentrati nelle città di Roma, Napoli e Milano, ma c'è una forte presenza anche in altre città: Brescia, Pavia, Padova, Genova, Bologna, Reggio Emilia e Bari.

«Il mio è un censimento, non una schedatura su base etnica», aveva affermato più volte il ministro dell'Interno Roberto Maroni rispondendo alle polemiche. Sono stati infatti censiti: rom italiani, rom romeni, rom extracomunitari e cittadini extracomunitari appartenenti ad altre nazioni.

Il Governo, ha spiegato Maroni, vuole in primo luogo «la tutela di chi vive in queste situazioni di degrado, la tutela dei minori, per toglierli dalla clandestinità, per toglierli dall'ombra, per dare loro un futuro».
Bambini romOltre la metà degli abitanti dei campi nomadi, infatti, sono bambini, ma solo una minoranza frequenta le scuole e molto spesso non in modo regolare. Molti di loro sono senza genitori, sono nati in Italia e affidati, nei casi più fortunati, a qualche parente.
«Il primo diritto di questi bambini - ha riferito il ministro dell’Interno Maroni alla Commissione bicamerale per l'Infanzia - è quello all'identità, per evitare che finiscano nei circuiti criminali». L’identità dei bambini sarà verificata caso per caso e, «per quelli senza genitori, nati qui, - ha detto Maroni - la mia proposta è di concedere la cittadinanza italiana».
Il ministro dell'Interno ha più volte ribadito che non è necessario prendere le impronte ai bambini, i rilievi segnaletici necessari, infatti, possono essere effettuati in diversi modi.

Si occupa del problema dei minori e dei nomadi che vivono nei campi anche un tavolo tecnico, costituito fra il ministero dell'Interno e le 33 organizzazioni coordinate dall'Unicef, per costruire una base di intervento su tre punti specifici contenuti nell'ordinanza: le prestazioni sanitarie di urgenza, l'integrazione sociale e il piano di scolarizzazione dei minori.
Nel mese di settembre 2009 il ministero dell'Istruzione, insieme all'Unicef Italia e alle altre associazioni impegnate nella tutela dei diritti dei minori, devono definire appositi programmi di scolarizzazione. Il punto di vista delle associazioni, secondo il ministro Maroni, è «indispensabile».

Campi nomadiLa situazione di degrado sociale e sanitario presente nei campi abusivi è un problema che il governo intende risolvere anche realizzando nuovi campi nomadi sul modello adottato dal comune di Voghera, in provincia di Pavia. Si tratta di strutture intese come 'villaggi della solidarietà’, in cui sono previsti tutti i servizi fondamentali, gestiti in modo trasparente, come condomini orizzontali, per garantire, ha detto Maroni, «la sicurezza di chi vive dentro e di chi vive fuori».

I prefetti di Roma, Milano e Napoli nominati commissari delegati per il superamento dell'emergenza in Lazio, Lombardia e Campania

I Prefetti di Roma, Milano e Napoli sono stati nominati, con l'ordinanza del 30 maggio 2008, commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nei territori delle rispettive regioni; per la migliore efficacia delle azioni, i Commissari delegati possono attivare le necessarie forme di collaborazione con le Regione, altri soggetti pubblici e, per i profili umanitari e assistenziali, con la Croce Rossa Italiana. I Commissari sono assistiti dalla forza pubblica. I prefetti delle altre province territorialmente coinvolte dall'emergenza, i questori e le altre autorità competenti, assicurano piena collaborazione per l'attuazione dei provvedimenti del Commissario delegato.
Le linee guida per l'attuazione delle ordinanze, emanate dal ministro Maroni il 23 luglio, ribadiscono che le ordinanze sono finalizzate a rimuovere le situazioni di degrado esistenti nei campi e a promuovere condizioni di vivibilità nella legalità per le comunità nomadi, consentendo l'accesso ai servizi di carattere sociale, assistenziale, sanitario e scolastico, soprattutto per i minori, maggiormente esposti a rischi di abuso e di sfruttamento. I principi fondamentali e le modalità da seguire nell'identificazione di chi risiede nei campi nomadi tengono conto delle indicazioni e delle raccomandazioni formulate dal Garante per la protezione dei dati personali.

Rispettando l'impegno preso con Bruxelles, Maroni ha inviato il 1° agosto al Commissario Ue alla Giustizia, Libertà e Sicurezza Jacques Barrot un dettagliato rapporto sulle modalità con cui si sono stati condotti i censimenti nei campi nomadi della Lombardia, del Lazio e della Campania. La documentazione contiene: i rapporti inviati dai prefetti nominati commissari straordinari per l'emergenza rom nelle tre Regioni interessate al censimento, le linee guida diramate agli stessi prefetti, una lettera della Croce Rossa, una nota dell'Unicef e la lettera con cui il Garante per la protezione dei dati personali approva le linee guida.