Una data da ricordare
20 giugno, giornata mondiale del rifugiatoObiettivo prioritario: la protezione degli esuli
L'assemblea generale dell'ONU, con una risoluzione adottata all'unanimità ha deciso di dedicare una giornata mondiale ai rifugiati, per riaffermare i valori sui quali sono basati gli accordi internazionali in materia di protezione dei rifugiati. Una giornata riconosciuta universalmente costituisce un sostegno agli sforzi che congiuntamente, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), le ONG e le altre organizzazioni impegnate nel settore compiono per sensibilizzare l'opinione pubblica sulle sofferenze dei rifugiati.
20 giugno 2001: una data da non dimenticare
E' il giorno della Prima Giornata Mondiale del Rifugiato. E' stato scelto il 20
giugno, come Giornata mondiale del rifugiato, perchè coincidente con la data in cui si celebra la
Giornata Africana del Rifugiato. Il tema di questa giornata memorabile è il RISPETTO, rispetto per
gli stessi rifugiati e per i diritti contemplati nella convenzione del 1951 relativa allo status di
rifugiato. L'anno 2001 segna infatti la ricorrenza del 50° anniversario della Convenzione che
contiene i principi fondamentali sulla protezione dei rifugiati e i diritti dei popoli costretti ad
esodi forzati di massa.
50 rifugiate incontrano l'Alto Commissario LUBBERS
A Ginevra, sede dell'UNHCR, il commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati,
Ruud Lubbers, ha incontrato 50 donne (50 come gli anni della Convenzione) provenienti dai Paesi di
tutto il mondo, come Myanmar, Sierra Leone, Burundi, Congo, Afghanistan, Kosovo e Colombia., le
quali, parteciperanno per tre giorni ad un meeting sui problemi dei rifugiati e delle loro
famiglie.
Le donne rappresentano, insieme ai bambini, circa tre quarti della popolazione rifugiata del
mondo. I risultati dell'incontro di Ginevra saranno inseriti nelle Consultazioni Globali sulla
Protezione dei Rifugiati, un processo avviato quest'anno dall'Alto Commissariato ONU per creare
un'agenda della protezione internazionale dei rifugiati per il XXI secolo.
The road to refuge (La strada verso il rifugio)
Singolare ed importante iniziativa della BBC, chiamata " The road to refuge" che ripercorre il calvario del percorso di un rifugiato dalla propria casa all'esilio, uno straordinario reportage nel quale sono raccontate in prima persona le storie di chi ha cercato rifugio dalla guerra, dalla persecuzione e dai disastri. Nelle interviste riportate si trovano le risposte ai quesiti fondamentali: dove vanno i rifugiati, come vivono in un Paese straniero, come sono trattati, perché fuggono ancora, quale il loro futuro.
Le manifestazioni in Italia
A Roma le Organizzazioni Non Governative (ONG) tra cui il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e Amnesty International hanno partecipato ad un incontro organizzato dalla Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, con nutrita rappresentanza di rifugiati, che hanno raccontato pubblicamente le loro storie di esuli. Presente anche il rappresentante dell'UNHCR in Italia, signora Ana Liria-Franch. Una intera settimana è stata invece dedicata a tale evento dalla sede italiana del Jesuit Refugee Service, la Fondazione Centro Astalli. Dal 15 al 30 giugno, una mostra pittorica dedicata al dramma dei rifugiati si tiene nella chiesa del Carovita mentre un seminario sulla tutela del diritti d'asilo è stato programmato per il 27 giugno.
Il premio NANSEN assegnato a Luciano Pavarotti
Il premio Nansen, fin o ad oggi noto come medaglia Nansen, d'ora in poi sarà assegnato in coincidenza della Giornata Mondiale del Rifugiato e ad individui ed organizzazioni che si sono distinti nell'impegno a favore dei rifugiati. Il vincitore del prestigioso riconoscimento è quest'anno il maestro Luciano Pavarotti, come già anticipato dall'artista durante il concerto Pavarotti & Friends for Afghanistan, tenutosi a Modena lo scorso 29 maggio. A Ginevra, il premio non è stato ritirato dal maestro Pavarotti , perché impegnato in una tournèe in Asia, ma consegnato nelle mani del Messaggero di Pace del Segretariato Generale, signora Anna Castaldi.
Le parole del Papa
Giovanni Paolo II: soluzioni per alleviare queste grandi sofferenze (Da Avvenire del
21.6.2001)
Roma (R.R.) Nel giorno in cui tutto il mondo ha celebrato la prima giornata del Rifugiato,
proclamata dall'Assemblea generale dell'Onu il quattro dicembre scorso, il Papa ha voluto
pronunciare parole di solidarietà a coloro che soffrono e di stimolo per la comunità internazionale
chiamata a farsi carico di questa emergenza umanitaria, che coinvolge milioni di persone, in
particolare donne e bambini, in tutte le parti della Terra. Parlando ieri in udienza generale,
Giovanni Paolo II ha ricordato "i cinquanta milioni di rifugiati e profughi concentrati in alcune
delle Regioni più povere del mondo".
Il vivo auspicio del Papa è "che i responsabili delle Nazioni sappiano ricercare sollecite ed
efficaci soluzioni per i problemi che sono alla base di così grandi sofferenze, garantendo l'aiuto
necessario affinché le persone in esilio abbiano condizioni di vita degne degli esseri umani".
Giovanni Paolo II aveva fatto riferimento alla drammatica condizione dei rifugiati anche domenica
scorsa all'Angelus: ricordando la celebrazione della giornata mondiale, il Papa aveva sottolineato
"la doverosa solidarietà con milioni di persone che vivono la difficile condizione di rifugiati e
profughi. Questa piaga - aveva aggiunto quindi il Pontefice - si è andata purtroppo allargando
negli ultimi anni: aumenta di conseguenza il bisogno di protezione internazionale, ma aumentano
anche i Paesi che tendono a limitarla".
"Mentre auspico che siano rimosse ovunque le cause delle migrazioni forzate - aveva concluso
- invito a rinnovare gli sforzi perchè non manchi mai ai rifugiati la giusta comprensione e la
necessaria assistenza".
Il messaggio di Kofi-Annan
Per la prima volta, oggi, si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato,
proclamata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questa Giornata ci offre l'opportunità di
riconoscere lo straordinario coraggio ed il contributo dei rifugiati, quelli di oggi come quelli
del passati, che continuano a perseverare nonostante abbiano perso tutto, tranne la speranza.
I rifugiati sono i grandi sopravvissuti dei nostri tempi. Molti di loro superano grandi
avversità durante gli anni di esilio, per poi, finalmente, ritornare a casa e devono crearsi una
nuova vita in terre straniere. Tutti loro meritano il nostro incoraggiamento, sostegno e rispetto.
Purtroppo, in un' epoca di prosperità senza precedenti per alcuni, i rifugiati sono
consapevoli che la soglia dell'accoglienza si sta restringendo. Le nazioni che una volta aprivano
le porti ai rifugiati, ora la chiudono; mentre i Paesi poveri, che non potrebbero permetterselo, si
fanno carico di un sempre più grande fardello. Abbiamo il dovere morale di assistere i
rifugiati. L'esperienza ci dimostra inoltre che, dal punto di vista economico e culturale, essi
creano più ricchezza di quanta ne consumino. Molti rifugiati sono persone di notevole creatività,
che portano con sé una grande reputazione o la conquistano nei Paesi di adozione. Quasi tutti hanno
delle preziose capacità e sono desiderosi di mantenere se stessi e le proprie famiglie con un duro
lavoro.
Quest'anno si celebra il 50° anniversario della Convenzione sui Rifugiati del 1951, la quale
rappresenta la pietra miliare per la tutela dei rifugiati. La Giornata Mondiale dei Rifugiati ci
offre un'opportunità di riaffermare i principi basilari della Convenzione, incluso il divieto di
espellere o di rimandare indietro i rifugiati in territori dove le loro vite e libertà sarebbero
minacciate a causa della razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza ad un
particolare gruppo sociale. L'adesione a questo impegno sta salvando innumerevoli vite umane.
L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, con sede a Ginevra, si
occupa di più di 20 milioni di rifugiati e di altre persone bisognose nel mondo. Oggi è la
loro giornata ma è anche la nostra opportunità per aiutarli a costruire un futuro migliore
Per i rifugiati un grande concerto ed un dollaro da ogni abitante dei Paesi ricchi
Il 23 giugno si terrà, nell'anfiteatro di Delfi, in Grecia, un eccezionale
concerto dedicato alla commemorazione della Prima giornata mondiale del Rifugiato. Verranno
proposte le musiche di Mikis Theodorakis che è stato egli stesso prigioniero politico e rifugiato.
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ruud Lubbers, anticipando
l'iniziativa, ha sottolineato come basterebbe il contributo di un dollaro da parte di ogni abitante
dei Paesi ricchi, per risolvere gran parte dei problemi dei rifugiati nel mondo.
Quanti sono i rifugiati e da dove vengono
E' stimato in circa 21 milioni in numero di rifugiati e di profughi interni al
mondo, ossia le persone costrette ad abbandonare il proprio Paese rispettivamente perché
perseguitati, oppure indotti a lasciare le propie case, pur rimanendo nell'ambito del territorio di
appartenenza.
I profughi ai quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite presta protezione o assistenza sono
oltre 12 milioni, con punte in Asia (5,3 milioni) e Africa (3,6 milioni), ma anche nel vecchio
continente esiste un esercito di rifugiati, quasi due milioni e mezzo.
Non esiste in realtà continente che non conosca il dramma dei rifugiati, ma il triste primato
spetta all'Afghanistan con oltre 3 milioni di perseguitati, costretti ad abbandonare la propria
terra. I rifugiati del Sahara attendono aiuti negli accampamenti del deserto, mentre continua il
rimpatrio dei Somali dall'Eritrea e la Tanzania chiede aiuto al mondo per i propri rifugiati. In
Somalia è in atto una fuga in massa dalla provincia di Casamene del Senegal mentre gli Albanesi
sono costretti a fuggire dalla Macedonia, ed è senza fine l'odissea del "boat-people" dell'Africa
occidentale.
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