Sofia Ciriello
Sono Sofia Ciriello, imprenditrice di Ercolano e titolare di un panificio. Avevo aperto la mia attività da circa un anno quando nell’ottobre del 2009, nel punto vendita, si presentarono sei persone che con chiaro atteggiamento minaccioso e totalmente incuranti della presenza dei clienti, mi chiesero di mettermi a posto con i pagamenti. Mi ordinarono un versamento immediato di cinque mila euro ed altri cinquecento da pagare mensilmente. Mi dissero di recarmi quella sera stessa alla “Cuparella” e di portare con me i soldi.
Ricordo ancora perfettamente le loro gelide parole: «Qui pagano tutti e anche tu lo devi fare», puntualizzarono. Alla loro richiesta io, però, ebbi un immediato moto di rabbia: non avrei mai pagato e mai avrei potuto.
Si ripresentarono il giorno dopo. Entrarono direttamente nel laboratorio armati. Mi puntarono la pistola e mi intimarono nuovamente di pagare. Mi preoccupai, ma non cedetti nemmeno un attimo e nemmeno con il pensiero. Continuai a lavorare così come avevo sempre fatto, sette giorni su sette. Fino ad allora non ero mai stata chiusa e neppure nel periodo di ferie. Avevo un’attività da mandare avanti e una responsabilità dinanzi alla mia famiglia, non potevo essere fermata da quelle persone.
Dopo dieci giorni, era il 10 novembre, il mio panificio saltò in aria. Una bomba distrusse l’esterno del negozio, rendendolo completamente inaccessibile.
Non mi arresi neppure stavolta. Andai dai Carabinieri a denunciare tutto. Raccontai ogni cosa, ogni singolo aspetto ed indentificai quei delinquenti. In caserma trovai una famiglia. Mi accolsero e mi tranquillizzarono oltre il loro compito. Il dovere del ruolo fu immediatamente superato dalla sensibilità e dalla vicinanza umana che mi mostrarono. Furono loro a mettermi in contatto con l’associazione antiracket presente ad Ercolano.
Era di mercoledì, il lunedì seguente conobbi Tano Grasso. Non potrò mai dimenticare la solidarietà che mi è stata data dall’associazione, dalla comunità, dalle istituzioni e dallo Stato. In soli quattro giorni, lavorando giorno e notte con l’aiuto di tutti riaprii l’attività.
Temevo un calo nelle vendite, ma fu esattamente il contrario. I clienti aumentarono e quando arrivavano mi ringraziavano. I loro visi, le loro speranze riposte in me e nella mia reazione, mi hanno sempre dato la forza per continuare. In quattro giorni i miei estorsori furono tutti arrestati. Non mi sono mai sentita sola né allora e nemmeno oggi.
La mia famiglia si è allargata con i volontari dell’antiracket e con i rappresentanti delle forze dell’ordine, tant’è che sono stata nominata socia onoraria dell’associazione dei Carabinieri. Volevano distruggermi economicamente e psicologicamente, ma hanno perso su tutti i fronti.