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Caterina Miscimarra

storie di donne

Il mio nome è Caterina Miscimarra. Sono una giovanissima imprenditrice di Lamezia Terme, in Calabria, e gestisco una azienda di impiantistica elettrica.

L’azienda, a conduzione familiare, iniziò ad essere in difficoltà economica nel 1999, anno in cui, avendo svolto alcuni lavori per una ditta, a causa di notevoli ritardi nei pagamenti, non fummo in grado di pagare i nostri fornitori. In breve, divenimmo vittime sia di estorsione che di usura. Subimmo danni gravissimi.

A quel tempo, ancora ignoravo la situazione drammatica in cui versava l’attività di famiglia; ero lontana dagli affari e non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Quando nel 2004 cominciai ad interessarmene in prima persona, scoprii la delicata situazione di dissesto economico che di lì a poco ha portato al fallimento della nostra attività, ormai nelle mani di personaggi senza scrupoli.

Fui costretta a cedere l'auto, perdemmo un immobile. E in poco tempo rimanemmo soli. La gente mi evitava, anche i nostri parenti pensavano che fossi stata io a sbagliare. E’ normale al Sud vivere soggiogati dalla criminalità.

Ad un certo punto, nonostante gli errori commessi, ci rendemmo conto mio padre ed io che la cosa migliore fosse denunciare. Quando decisi di farlo, mi rivolsi subito all’Associazione antiracket di Lamezia Terme, nata nel 2005. Sono infinitamente grata al movimento antiracket e all’associazione lametina, che mi ha supportata durante tutta la mia vicenda personale e continua a farlo.

Ho incontrato persone meravigliose come Armando Caputo e Mariateresa Morano, alle quali sono molto grata. Con il loro aiuto ho anche beneficiato degli aiuti previsti dalla Legge sull’usura del ‘96. Grazie a loro sono riuscita a vincere!

Ho avviato un’altra attività che ancora oggi gestisco. E finalmente a marzo del 2007, dopo circa un anno e mezzo di indagini, nell’ambito dell’importante operazione Sisifo, sono stati arrestati alcuni dei nostri aguzzini.