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Per i turisti stranieri la Guida in inglese del consumatore critico antiracket

Presentata a Roma la english version della Guida, per favorire acquisti consapevoli ed economia legale

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nostro servizio

Nasce da una partnership italo-britannica, pubblico-privata, la Guida in inglese per il consumatore critico antiracket presentata questa mattina a Villa Wolkonsky, residenza dell'ambasciatore britannico a Roma.

foto per lo speciale 250A presentare il 'libretto' - il primo elenco su base nazionale di operatori economici che si sono ribellati al 'pizzo' - oltre all'ambasciatore Christopher Prentice e al presidente onorario della Federazione nazionale delle associazioni antiracket e antiusura (Fai) Tano Grasso, promotori dell'iniziativa, il commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Elisabetta Belgiorno, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e, a concludere gli interventi, il viceministro all'Interno Filippo Bubbico in rappresentanza del ministro dell'Interno Angelino Alfano, richiamato a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri.

Consultabile e sempre aggiornata, on line e in versione cartacea, la Guida per il consumatore critico antiracket ('A guide for the critical anti-racket consumer'), è «uno strumento fondamentale che da oggi rende più forte la lotta al racket», l'ha presentata Grasso. È stata tradotta a cura dell'ambasciata britannica a Roma e realizzata con fondi del Programma operativo nazionale Sicurezza per lo sviluppo (Pon Sicurezza) dalla Fai, che l'ha messa a punto nel tempo all'insegna dello slogan 'Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità'.

Sono state queste parole, stampate sugli adesivi distribuiti dagli 'attacchini' volontari di Addiopizzo, a colpire Prentice a Palermo nel marzo 2012, ha raccontato lo stesso ambasciatore, insieme all'impegno di quei ragazzi nel 'reagire per combattere una realtà inaccettabile'. Da qui la proposta fatta a Grasso di «collaborare per un impegno comune» e l'idea di tradurre la Guida in inglese per consentire anche ai turisti, britannici e non, di esercitare un consumo critico, scegliendo quei commercianti, quegli imprenditori, che dimostrano che opporsi al racket non solo si può ma che anche conviene. Spesso infatti, ha evidenziato Grasso, dopo la denuncia la loro attività è non solo ripartita ma anche cresciuta.

Alcuni dei prodotti degli imprenditori antiracketLo dimostrano le testimonianze raccolte nel libretto 'Storie di libertà...di coraggio e di intelligenza', realizzato a cura dell'Ufficio comunicazione istituzionale del ministero dell'Interno. Storie di imprenditrici e imprenditori del Sud d'Italia, presenti a Villa Wolkonsky con i loro prodotti agroalimentari, che raccontano come uscire dai condizionamenti mafiosi e dalla paura si può, e con successo.

Gli interventi

Sta proprio qui secondo il commissario straordinario Belgiorno, nel rilancio economico, l'intuizione dell'ambasciatore condivisa subito anche dal ministro Alfano. L'autorità britannica ha visto nel consumo critico antiracket un fattore essenziale del «modello italiano di contrasto al crimine organizzato», nel quale rientrano l'azione delle Forze dell'ordine e della magistratura, l'impegno dei privati e delle associazioni antiracket e datoriali, «come Confindustria, che ha fatto enormi passi avanti dalla delibera del 2010» (che prevede l'obbligo di denuncia per gli affiliati che subiscono estorsioni).

foto per lo speciale 2 250In questo modello, ha sottolineato Belgiorno, l'ambasciata ha inserito «l'intuizione dell'antimafia del turismo» promuovendo così «un grande brand italiano» e «dando grande dignità istituzionale a una pratica semplice, quella dell'acquisto responsabile», capace «di far ripartire il libero mercato dal basso». L'ambasciatore Prentice, quindi, «e tutti i cittadini del regno Unito che sceglieranno il nostro Mezzogiorno come meta turistica, sono già iscritti di diritto alla grande squadra italiana impegnata su più fronti nella lotta a tutte le mafie».

Una lotta nella quale Italia e Gran Bretagna sono impegnate a cooperare da anni, tanto che di recente, hanno ricordato sia Prentice che il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, un tribunale civile britannico ha reso esecutiva nel Regno Unito una misura di prevenzione adottata in Italia, consentendo il sequestro di un bene 'mafioso'. Ma la collaborazione, indica Roberti, deve essere sempre più ampia, e riguardare tutte le attività criminale transnazionali, come corruzione e riciclaggio, oggetto insieme all'associazione di stampo mafioso di una recente risoluzione del Parlamento europeo.

Lo Stato vincerà sulle mafie? Si, se la lotta alle mafie sarà sempre più una priorità secondo il procuratore antimafia, che ha ricordato insieme a Grasso i progressi fatti dalle associazioni antiracket, in particolare quelle nate nel napoletano, dove è diffusa «l'essenza del crimine organizzato, l'estorsione», parola che si traduce anche con 'camorra'.

Le storie raccontate oggi «dimostrano un Paese che risponde consapevolmente» in base a principi di legalità, ha concluso il viceministro Bubbico, dando atto alla Fai di aver colto e 'spezzato' il punto debole delle vittime - l'isolamento - offrendo loro «la possibilità di reagire con forza e andare in tribunale  e dire 'è stato lui'». «Questo è un Paese con tante diversità, energie, problematicità, ma anche grazie al lavoro delle Forze dell'ordine e della magistratura, abbiamo fatto grandi passi avanti», ha aggiunto Bubbico, ricordando che la lotta alla criminalità organizzata «è oggi una priorità dello spazio comune europeo». Come dimostra la collaborazione sviluppata su questo fronte tra Italia e Regno Unito, rispetto alla quale l'evento di oggi «è un fattore di consolidamento», «un'iniziativa sulla quale contiamo molto».

Chi era presente

In sala, circondati dai prodotti 'pizzo free', c'erano oltre agli imprenditori molte autorità: il capo di gabinetto del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, il capo della Polizia Alessandro Pansa, il vice capo di gabinetto vicario Franca Triestino, il vice capo vicario della Polizia Francesco Cirillo, i comandanti generale dei Carabinieri e della Guardia di Finanza Leonardo Gallitelli e Saverio Capolupo, il capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone. Insieme a loro, alcuni studenti della comunità ebraica di Roma.