Lotta al racket e all'usura, Alfano: lo Stato funziona
Presentata al Viminale la relazione annuale del Comitato di solidarietà per le vittime del racket e dell'usura. Cinque donne imprenditrici hanno raccontato le loro storie di successo nella gremita sala delle conferenze del Viminalenostro servizio
«L'atto eroico della denuncia, supportato dal 'sistema-Stato', da quello delle associazioni, e dalla Chiesa è una grande rivoluzione, in grado di riaffermare i principi fondamentali per il buon funzionamento - anche economico - del Paese». E’ quanto ha affermato il ministro dell’Interno Angelino Alfano intervenuto questa mattina al Viminale all'evento durante il quale il commissario straordinario per le iniziative Antiracket e Antiusura, Elisabetta Belgiorno ha presentato il rapporto delle attività svolte dal comitato di solidarietà nell’anno 2012. Cinque le ospiti 'speciali' della giornata: cinque donne imprenditrici del sud Italia, venute a testimoniare la loro storia di ribellione alle pressioni di estorsioni economiche.
«Bisogna dare un supporto anche mediatico a iniziative come questa - ha sottolineato Alfano - e far conoscere tutto ciò che fa il ministero dell’Interno a favore di chi ha bisogno: oggi vogliamo dire che lo Stato c'è, è affianco di chi denuncia, affianco a chi sa ribellarsi. La giornata di oggi - ha continuato il Ministro - declina al tempo stesso la constatazione di casi di successo che sono il risultato della strategia congiunta, che dura, di uno Stato che funziona».
«Noi abbiamo investito moltissimo - ha sottolineato Alfano - a tutti i livelli dalla solidarietà alla prevenzione». Insieme con il MEF, ha spiegato il ministro, è stata avviata la procedura per destinare oltre 70 miloni di euro del Fondo di solidarietà per le vittime ad iniziative per la prevenzione dell'usura. «Quelli che mettiamo in questo sistema non sono soldi spesi ma investiti, perché - ha aggiunto il titolare del Viminale - se gli imprenditori saranno liberi da estorsione e usura avremo centrato - tra i vari risultati - quello di aver riaffermato le regole della libera concorrenza e del libero mercato. La nostra ambizione è rendere il nostro Paese 'pizzo e usura free'».
Dell'investimento di risorse ha parlato il commissario Belgiorno, che ha sottolineato come all'interno di uno «scenario sociale critico», che si è man mano sempre più degradato a causa della crisi economica «il Comitato si è fatto carico delle necessità di tante vittime della criminalità organizzata». Per questo oggi questo organismo può essere a tutti gli effetti annoverato - secondo Belgiorno - nella 'squadra della restanza' (quella rete di istituzioni, organismi associativi e categorie produttive che incarna 'la solidarietà diffusa' - Rapporto Censis 2012 sulla situazione sociale del Paese, ndr).
I soggetti che si sono rivolti al Comitato per i casi di usura sono «aumentati esponenzialmente» ha sottolineato Belgiorno. Per questo le somme stanziate sono passate complessivamente da 19.320.000 euro nel 2012, a 29.380.000 euro nel 2013 (fino al 31 ottobre), con aumento ascrivibile a quelle deliberate in favore di vittime di questa fattispecie di reato.
La conferenza stampa di questa mattina è stata l'occasione per ascoltare in 'presa diretta', non senza momenti di forte emozione, la testimonianza di cinque donne imprenditrici, che hanno coraggiosamente lottato per ribellarsi alle pressioni della criminalità organizzata.«Le capitane coraggiose - come ha voluto chiamarle il Commissario Belgiorno - donne che hanno saputo coraggiosamente prendere in mano le loro vite e quelle delle loro famiglie e combattere credendo nello Stato».
Vittoria Vescera di Vieste, Caterina Miscimarra di Lamezia Terme, Anna Tarantino e Silvana Fucito di Napoli , Sofia Ciriello di Ercolano hanno raccontato una dopo l'altra le loro vicende personali. Storie di donne che nel loro percorso di coraggiosa ribellione al racket hanno continuato a credere nella legalità e nella libertà di impresa. E che hanno trovato il pronto supporto delle forze dell'Ordine e delle associazioni, trasformando le loro vicende da possibili sconfitte a successi a volte eclatanti, come nel caso di Fucito, che è successivamente divenuta presidente dell'associazione napoletana 'San Giovanni a Teduccio per la legalità'.
All'evento di questa mattina hanno partecipato, tra gli altri, il capo di gabinetto del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, Il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Leonardo Gallitelli, i vertici della Guardia di Finanza, il presidente onorario della Fai (Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane ) Tano Grasso, i vertici dell'amministrazione dell'Interno.
Pubblicato il 13.11.2013